Rivista Italiana di Teosofia
L’editoriale è firmato, come di consueto, dal direttore Antonio Girardi e porta il titolo: “Vivere a beneficio dell’umanità: una sperimentazione teosofica”.
L’autore collega la Fratellanza Universale senza distinzioni, che è il primo scopo della Società Teosofica, con la dimensione del vivere a beneficio dell’umanità.
E lo fa approfondendo la traccia di una conferenza tenuta dal teosofo prof. Bernardino del Boca il 7 gennaio 1992 presso l’Hotel Royal di Bangkok.
In quell’occasione del Boca aveva parlato dell’importanza per l’essere umano di dar vita a una sperimentazione che possa essere in grado di: riconoscere le cause, giudicare le proprie azioni, misurare il proprio comportamento, comprendere le proprie strutture mentali e quelle degli altri esseri, tenere aperte le Vie del Cuore, recitare bene la propria parte, aiutare gli altri.
Conclude Girardi: “Fluire nella vita con spontaneità e calore porta con sé lo sviluppo del potere dell’intuizione e la capacità di fare la cosa giusta nel momento giusto, con la consapevolezza che ogni stante rappresenta una pellicola di coscienza derivante dall’incessante fluire del mondo visibile in quello invisibile”.
La Rivista contiene, fra gli altri, gli articoli "Carl Gustav Jung era un teosofo?” di Diego Fayenz e “Il risveglio della coscienza” di Gaetano Mollo.
Nel primo Diego Fayenz, psichiatra e psicoterapeuta nonché Presidente del Gruppo Teosofico Triestino “Edoardo Bratina”, dopo aver sottolineato come Carl Gustav Jung, benché non iscritto alla Società Teosofica, possa essere a pieno titolo considerato un teosofo, passa ad analizzare alcuni concetti del celebre medico che evidenziano sorprendenti parallelismi con i contenuti della letteratura teosofica, a partire da quelli relativi al karma e al significato della dimensione archetipale.
Per Fayenz “Jung era intimamente convinto dell’importanza della vita spirituale e della forza che solo questa infonde all’uomo, così come della realtà che i nostri sensi e la nostra coscienza sono estremamente limitati e difficilmente per loro tramite si arriva alla realtà” ed è proprio per queste ragioni che l’affermazione junghiana “È un pregiudizio quasi ridicolo non ammettere altre forma di esistenza all’infuori di quella corporea” assume una particolare importanza e significato.
Nel breve e incisivo scritto “Il risveglio della coscienza” Gaetano Mollo, professore emerito dell’Università di Perugia, dopo aver rilevato la nascita, anche grazie ai media, di una coscienza planetaria, sottolinea come “siamo tutti chiamati a salvaguardare il nostro pianeta per poterne godere. Perciò serve una coscienza planetaria, che accumuni tutti i popoli e le genti, al di là delle distinzioni di nazioni, continenti, razze, religioni, colori o caste, partendo sempre dallo sviluppo della coscienza individuale, che resta il centro autoriflessivo di ogni persona”.
Lo sviluppo di questo tipo di coscienza passa attraverso l’investigazione e la comprensione delle leggi dell’universo e sotto questo profilo la scienza può risultare di grande aiuto.
E nel comportamento umano due termini risultano emblematici: quello della comprensione e quello della collaborazione.
Per Mollo “Partendo dalla coscienza sensitiva, si può così costituire la coscienza razionale, per espandersi nella coscienza intuitiva sino alla coscienza mistica cui si perviene quando, attraverso la contemplazione, si può cogliere in momenti di estasi l’unione col Tutto”.
Ricordiamo che questi articoli sono disponibili nella sezione "Spunti di riflessione" del sito della Società Teosofica Italiana (https://www.teosofica.org/it/materiale-di-studio/spunti-di-riflessione/,6).
La parte finale della Rivista è, come di consueto, ricca di testimonianze, informazioni, recensioni.
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